Il cimitero cinese

Stampato una prima volta nel 1958 nell'antologia de La nuova narrativa italiana di Spagnoletti, ristampato nel 1969 in un volume che riuniva i primi romanzi di Pomilio, Il cimitero cinese, che qualche critico ha avvicinato al Silenzio del mare di Vercors, acquista ora finalmente lo spicco, che gli compete, di opera autonoma: e di opera che, per la qualità del suo messaggio e la sua straordinaria freschezza e finitezza, va collocata tra le prove più alte della moderna narrativa italiana. Certo è che questa purissima storia d'amore tra due giovani studenti, un italiano e una tedesca, vissuta pochi anni dopo l'ultimo conflitto sui luoghi delle grandi battaglie e dei cimiteri di guerra della Francia del Nord, è un piccolo miracolo d'armonia; e un magico invito a una diversa comprensione tra i popoli in nome d'un'Europa e d'un mondo senza più barriere.
Con Il cimitero cinese si pubblica anche Ritorno a Cassino, che per temi e invenzione ne sembra quasi la continuazione. Ma, ambientato com'è a molti anni di distanza, in piena Italia del benessere, lo continua in altra chiave, sottolineando lo stingersi delle idealità del dopoguerra secondo una struggente malinconia crepuscolare che i lettori di Pomilio troveranno affine a quella de La compromissione (di cui Ritorno a Cassino è coetaneo).